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martedì 21 maggio 2019

LA CACCIATRICE DI FOSSILI. MARY ANNING SI RACCONTA

Decorre proprio oggi l’anniversario della nascita di Mary Anning, avvenuta il 21 maggio 1799 nella sua città natale Lyme Regis, un piccolo paese nella contea del Dorset in Inghilterra. Fu una pioniera della paleontologia, disciplina scientifica che nel XIX secolo era ad esclusivo appannaggio di uomini. In un periodo storico dove le donne venivano allevate con un'educazione limitata alle faccende domestiche e alle arti,  lei da autodidatta,  divenne una paleontologa straordinaria,  dando un contributo eccezionale alle scoperte di rettili marini  e non solo, anche alla teoria dell'evoluzione. Fu una donna che rivoluzionò il modo di vedere le imperscrutabili trame del tempo profondo.
Nata da una famiglia indigente, fu fin dalla tenera età diversa da tutte le bambine di quell’epoca. Per arrotondare le magre finanze della famiglia seguiva suo padre, falegname, a cercare fossili di animali estinti sulle spiagge per poi rivenderli ai turisti che venivano in vacanza a Lyme Regis. Entrò quindi in contatto con la paleontologia fin da piccola “si trovavano pietre stranissime alle quali la gente del posto aveva attribuito nomi suggestivi: pietre serpente,  artigli del diavolo,  denti di squalo,  vertebrelle,  ali di angeli e conchiglie di pietra trasformando la passione del padre in una sfida con sé stessa.   

Questi reperti le suscitavano una quantità interminabile di interrogativi “perché alcuni di questi animali e conchiglie pietrificati,  che avevano come ambiente il mare,  si trovavano seppelliti sotto strati di rocce e perfino sulle cime delle nostre scogliere?  Come ci erano finiti lassù? Perché stavano dentro le rocce se le rocce erano state create prima degli animali?" Domande alle quali lei non sapeva rispondere perché non aveva studiato né anatomia né scienze.

Tuttavia con un raro intuito e con i testi scientifici dell'epoca forniti dalla sua più grande amica Elisabeth Philpot riuscì a diventare sempre più esperta e a darsi delle risposte, anche se poche. Continuando a coltivare questa passione,  a soli 12 anni scoprì il mostro che la rese famosa,  quella creatura che aveva sognato tante volte e che era stata la scoperta mai fatta di suo padre, il primo scheletro completo di ittiosauro. 
lo chiamò il "coccodrillo" anche se non lo era, in quanto non assomigliava ad alcun animale preistorico disegnato fino ad allora “aveva un muso affusolato e lungo con una linea fitta di denti. E sopra c'era un occhio. Era tondo e grosso,  molto grosso… stavo toccando un reperto che nessuno aveva mai sfiorato. 

Sotto i miei occhi prendeva forma qualcosa che forse nessuno aveva mai visto”.

Un'emozione che pochi hanno vissuto nella loro vita. 

Fu l'inizio della sua storia come paleontologa.  Alla sua scoperta si interessò immediatamente un signorotto, Lord Henry Hoste Henley, che lo acquistò da Mary. Per esibire la sua ricchezza lo espose nella sua dimora fra tutti i rari oggetti della sua collezione, ma mancando di sensibilità nel riconoscere un fossile di eccezionale importanza scientifica,  per fare un affare,  lo vendette a William Bullock,  un collezionista di curiosità esotiche che operava a Londra “lì il fossile venne rappezzato con il gesso per raddrizzargli la coda”. Oltre allo scempio scientifico, Mary subì l’ingiustizia di veder attribuire la paternità della scoperta dell'ittiosauro a Lord Henley. 
Sala dedicata alle scoperte di M. Anning al N.H.M. di Londra
Per fortuna dopo un po' di tempo il British Museum di Londra lo acquistò per esporlo nelle sue sale, ma anche in questo caso a Mary non venne riconosciuto il merito della scoperta di questo fossile mai rinvenuto prima. Mary Anning non esisteva per nessuno. Con grande perseveranza e probabilmente per necessità economiche continuò a seguire le orme del padre nel cacciare i fossili. Infatti Mary rinvenne altri esemplari di ittiosauro che nel 1841 il paleontologo inglese Richard Owen descrisse scientificamente come Ichthyosaurus ovvero “lucertola di mare”. Nonostante le umiliazioni non si fermò e nel dicembre 1823 ritrovò un esemplare fossile ottimamente conservato di plesiosauro. La notizia di questa nuova e importante scoperta raggiunse tutto il mondo scientifico,  tanto che venne chiesto a Mary di inviare il fossile a Londra con degli schizzi per una presentazione ufficiale nella sede della Geological Society. Purtroppo l'attesa soddisfazione per il suo lavoro in ambito paleontologico non arrivò neanche in questo caso. L’eminente naturalista George Cuvier,  analizzando i suoi disegni, disse che il reperto del plesiosauro era un falso poiché,  a suo parere, “l'anatomia contraddiceva tutte le regole che egli stesso aveva solidamente dimostrato”. G.  Cuvier sosteneva che il plesiosauro era una chimera cioè un mostro marino assemblato da due specie fossili differenti,  un tronco di ittiosauro e la testa di un serpente di mare. 

La reputazione di Mary e l'amore per la ricerca dei fossili subirono un contraccolpo.  Soltanto la sua tenace volontà la risollevarono da questo momento drammatico. Si mise a studiare i cosiddetti bezoari,  delle curiose pietre cilindriche o coniche,  a volte anche a spirale che si rinvenivano frequentemente in spiaggia e perfino talvolta tra le ossa del bacino dei rettili marini.  Con l'amico William Buckland, eminente scienziato,  geologo e uomo di chiesa,  riconobbe che questi frammenti rocciosi erano feci fossilizzati,  quelli che oggi conosciamo con il termine di coproliti e finalmente venne nominata in un articolo. Si riappropriò della sua credibilità nel mondo scientifico tradizionalmente maschile e da quel momento in poi seguirono solo scoperte rivoluzionarie. Nel dicembre 1928 Mary portò alla luce il primo pterodattilo inglese, poi un secondo esemplare quasi intero di plesiosauro, ed infine nel 1929 rinvenne un esemplare di squalorazza ancora sconosciuto.  Negli anni successivi fece ancora numerosi ritrovamenti conquistando una certa notorietà e si tenne aggiornata sulle più interessanti pubblicazioni paleontologiche,  fino alla sua morte avvenuta il 9 marzo 1847 a causa di un tumore al seno.

Museo dedicato a Mary Anning a Lyme Regis
Mary Anning ha avuto l'eccezionale intelligenza di riconoscere l'importanza dei fossili marini di Lyme Regis, intelligenza che però non fu sufficiente a permetterle di ambire ad un lavoro all'università,  nei musei o ad un riconoscimento scientifico in vita,  come sarebbe accaduto a qualsiasi collega maschio. Il suo nome comparve per la prima volta scritto in una pubblicazione scientifica solo nel 1825 ad opera di George Cuvier,  che lo inserì nella didascalia di un'immagine di un plesiosauro. Ancora,  il suo nome sarebbe rimasto sconosciuto al grande pubblico se un giorno il famoso scrittore inglese Charles Dickens non le avesse dedicato un articolo sulla rivista per cui lavorava. Soltanto nel 2010, il suo nome arrivò ad essere conosciuto a tutti, quando, al 350esimo anniversario della Royal Society di Londra venne scelta tra le 10 più influenti donne britanniche nella storia della scienza.

La sua incredibile avventura viene narrata in un libro per ragazze e ragazzi, pubblicato a marzo 2019 da Editoriale Scienza, “La cacciatrice di fossili.  Mary Anning si racconta”, scritto da Annalisa Strada ed illustrato da Daniela Tieni, facente parte della serie di libri “Donne nella Scienza”, dedicati al racconto della vita di donne che hanno dato un grande contributo in ambito scientifico. E' un libro che può rappresentare molto bene le difficoltà di una donna intelligente e rivoluzionaria ad affacciarsi in un campo scientifico dominato soltanto dagli uomini, come tutt'oggi quello della paleontologia. E' caratterizzato da una narrazione in prima persona e per questo è in grado di descrivere con efficacia le emozioni della nostra protagonista discriminata per il suo talento. Ogni capitolo è corredato da dei disegni onirici che riflettono non tanto la storia ma quanto i desideri ed i sogni della protagonista. A conclusione della narrazione l'autrice ha inserito degli approfondimenti scientifici e storici che completano con minuziosi dettagli di cornice tutta la vicenda. E' un libro dedicato sicuramente alle ragazze a fornire loro un modello di donna tenace, autodeterminata e resiliente al quale ispirarsi, ma consigliato assolutamente anche ai ragazzi allo scopo di comprendere l'altra metà del mondo.

Le frasi in corsivo sono tratte dal libro "La cacciatrice di fossili. Mary Anning si racconta" di Editoriale Scienza

SCHEDA LIBRO
Autore: Annalisa Strada
Illustratore: Daniela Tieni
Collana: Donne nella scienza 
Età: da 11 anni
Argomento: evoluzione, preistoria
Tipologia: storie di scienza 
Pagine: 112
Formato cm: 143x196
Data pubblicazione: marzo 2019
ISBN: 9788873079361
CM: 71859G
Prezzo di listino: 12,90 €

lunedì 10 settembre 2018

RIAPRE "RITORNO AL GIURASSICO. PUO' CONTENERE TRACCE DI DINOSAURI"

RIPRENDE IL VIAGGIO INTERATTIVO NEL TEMPO ALLA SCOPERTA DELL’EVOLUZIONE DELLA BIODIVERSITÀ

Il Parco Nord Milano torna a essere la casa dei dinosauri. 

La mostra “Ritorno al Giurassico. Può contenere tracce di dinosauri”, ideata e curata da Associazione Idea e Coolture, nell’ambito del programma #verdemiracoloamilano cofinanziato dalla Fondazione Cariplo - riapre dopo l’estate, sabato 15 settembre, nell’ambito del XII Festival della Biodiversità (13/23 settembre 2018) -, presso la Cascina Centro Parco di Parco Nord Milano. 

La mostra sarà aperta tutti i sabati, le domeniche e i festivi , dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30 fino a fine 2018 e, solo nel periodo del Festival, da lunedì 17 a venerdì 21 settembre, anche dalle 16.30 alle 18.30.

Il calendario di settembre prevede due eventi speciali:

Venerdì 21 settembre alle ore 18.30:
Presentazione del libro “Dinosauri dalla A alla Z”, di Paola D’Agostino (De Agostini Editore). L’autrice racconterà il mondo dei dinosauri, citando sia gli esemplari più noti e più curiosi, sia quelli italiani. Evento gratuito, via Clerici, 150 Sesto San Giovanni.

Sabato 15 settembre e sabato 22 settembre, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 19.00:
Laboratori di robotica, in cui i bambini potranno cimentarsi nella creazione di un DinoRobot con i mattoncini Lego. Imparare giocando perché i più piccoli potranno “dare vita” ai dinosauri, seguendo le istruzioni degli operatori che li aiuteranno nella programmazione. 

Costo laboratorio: 10,00 euro - costo mostra+laboratorio 14,00 euro. 
Rivolto ai bambini dai 6 anni, via Clerici, 150 Sesto San Giovanni.

La mostra: “Selfie” con dinosauri in realtà aumentata e animali vivi
Un Tyrannosaurus rex e un Parasaurolophus, immersi nei pannelli posizionati di fronte ai due ingressi, accolgono i visitatori. Grazie all’app, che si può scaricare gratuitamente sullo smartphone, i due dinosauri compaiono in dimensione reale, dando così la possibilità a grandi e piccini di farsi un selfie con il dinosauro.

La mostra è un progetto di edutainment, in tre sale, sulla biodiversità e sull’evoluzione del territorio e della vita sulla terra, che catapulterà il visitatore a contatto con animali vivi (i piranha, il pitone reale, le farfalle tropicali, il millepiedi gigante africano, le blatte soffianti del Madagascar) scelti in base a caratteristiche che li accomunano con specie del passato permettendo così di confrontarne adattamenti, alimentazione, caratteristiche anatomiche e altri aspetti significativi. I quattro dino-sauri ritrovati su suolo italiano (Tito, Antonio, Ciro e il Saltriosauro), daranno vita ad un’esperienza interattiva unica che dall’Era glaciale ci conduce fino ai giorni nostri.

Le tecnologie multimediali
Il percorso sarà arricchito dalla realtà aumentata, marchio di fabbrica degli ultimi progetti di Coolture. Il visitatore diventa, quindi, uno spettatore che potrà immergersi in una spiaggia preistorica a contatto con i quattro dinosauri protagonisti della mostra, sfruttando tecnologie multimediali interattive come video didattici, visore a 360°, voce narrante e video guida. Ritorno al Giurassico presenta inoltre i modelli dei quattro dinosauri italiani, con la possibilità di acquistare gadget creati con la stampante 3D.

Laboratori didattici e l’app in realtà aumentata
Un’esperienza unica. A renderla tale contribuiscono i laboratori pratici condotti da divulgatori scientifici esperti che permettono di svolgere esperimenti in prima persona sulle tematiche proposte dalla mostra. I partecipanti per rendere ancora più realistica l’esperienza e per imparare divertendosi, potranno scaricare gratuitamente un’applicazione mobile con gioco didattico in realtà aumentata, progettata da Orange ID. Per le aziende, sono in programma anche eventi di team building in cui la mostra diventa l’occasione per approfondire tematiche legate agli strumenti manageriali.

Qualche cenno di storia
Come per le due mostre precedenti "Welcome to the Jungle e Animali vs Supereroi", anche questa vuole indagare - da un punto di vista inedito - la biodiversità del territorio del Parco Nord Milano, collegandosi alla sua storia ancestrale, che inizia milioni di anni prima dell’arrivo della Breda e del Parco. La pianura padana infatti non è sempre stata la grande area pianeggiante e fertile che oggi ben conosciamo; nel corso dei suoi molti milioni di anni di storia si è trasformata, ed è stata sotto-posta a numerosissimi cambiamenti climatici e morfologici.
Nel Paleozoico, ad esempio, l’area del Parco era parte di una piattaforma continentale piuttosto arida. All’epoca dei dinosauri, nel periodo Giurassico (circa 190 milioni di anni fa), era invece parte di un mare caldo dalle acque calme popolato da pesci di ogni forma e dimensione e da altri bizzarri animali.

La visita è adatta anche per scuole di ogni ordine e grado.

INFORMAZIONI GENERALI
“Ritorno al Giurassico. Può contenere tracce di dinosauri”
presso la Cascina Centro Parco di Parco Nord Milano
via Clerici 150 - Sesto San Giovanni (ampio parcheggio disponibile)
Coi mezzi pubblici: MM5 BIGNAMI o Metrotramvia 31
dal 15 settembre fino a dicembre 2018.

www.ritornoalgiurassico.it

ORARI E PREZZI PUBBLICO:
Siamo aperti sabato, domenica e festivi
10.30.12.30 14.30-18.30
(dal 17/09/2018 al 21/09/2018 dalle 16.30 alle 18.30)

Visita guidata alla mostra 6,00€ ridotto 4,00€
Visita guidata + laboratorio 10,00€ ridotto 8,00€
I bambini 0-3 anni entrano gratis
Hanno diritto alla riduzione: I bambini di 4 e 5 anni e gli over 65
I gruppi di minimo 10 componenti paganti.
Famiglie numerose da 5 componenti in su (paganti)

Organizzazione compleanni: a partire da 10,00€ a bambino (min 10 max 25 partecipanti) Gadget per festeggiati e invitati.
Possibilità di organizzare team building per aziende e privati.

CONTATTI:
393 0837918  -  info@coolture.eu - www.ritornoalgiurassico.it
Non è necessaria la prenotazione

INFO SCUOLE:
Prenotazione obbligatoria
329 3831029 idea@ideainrete.net

ORGANIZZATORI
Coolture, Parco Nord Milano e Associazione Idea. 

Consulenza scientifica Paola D’Agostino. Direzione artistica e consulenza scientifica Diego Sala. 
www.coolturemilano.it; ideainrete.net; orange-id.it; elvalue.it

L’iniziativa sostiene i progetti di riqualificazione di Parco Nord Milano grazie ai proventi delle donazioni e della vendita di gadget.

Coolture. Nasce dalla partnership di un pool di professionisti di diversa estrazione professionale che uniscono passione e competenze costituendo un team in grado di creare, sviluppare e gestire progetti culturali che diventino strumenti di comunicazione e formazione per il territorio e per le aziende. Da ottobre 2015 è impegnata nell’ideazione, progettazione, esecuzione e gestione di attività culturali.

Associazione Idea. Dal 2006 si occupa di progettazione, gestione ed esecuzione di attività di di-dattica e divulgazione scientifica. Tra le attività: Oasi Bosco WWF di Vanzago, WWF Italia, Micro-Lab il laboratorio del Parco Nord Milano, Educational Oxy.gen Zambon, Museo di Scienze Naturali di Brescia e ForestLab Casa delle Farfalle Idroscalo

Con il contributo di: Fondazione CARIPLO

sabato 10 marzo 2018

SHE FOUND FOSSILS - LEI TROVO' FOSSILI - PARTE 2

Dopo aver pubblicato il post di un bellissimo libro per invitare le bambine a mettersi in gioco come Paleontologhe (lo trovi a questo link), riguardando il libro  con ammirazione e più attenzione, ho notato un dettaglio che mi ha fatto pensare! 

Eccolo qui a fianco.

Nel libro è raffigurata questa mappa che rappresenta delle aree colorate che indicano le nazioni in cui le Paleontologhe lavorano e/o pubblicano i loro studi. In Europa si osservano colorate soltanto l'Inghilterra, la Germania e la Romania, risultano perfino colorate nazioni africane come il Kenia o il Madagascar. 

L'Italia è un'area bianca, non colorata e quindi per le autrici del libro non rappresentata da Paleontologhe italiane. 

Ma è proprio vero che in Italia non ci sono donne che operano in questo settore?

Io so che ci sono, anche se effettivamente dalla situazione che ho registrato con le interviste effettuate in questi anni (qui il link alle interviste) si ha l'impressione che questo settore delle scienze sia disabitato dal genere femminile. 

Mi chiedo quindi, ma in Italia esistono donne Paleontologhe? di cosa vi occupate? e per quale motivo i vostri contributi scientifici rimangono poco visibili?

Spero che qualche Paleontologa italiana mi scriva all'indirizzo indicato qui sotto allo scopo di aprire un confronto con loro in qualche intervista. Vorrei comprendere se effettivamente ci sia un grosso divario di genere in Italia nella Paleontologia e per quale motivo.

domenica 4 marzo 2018

SHE FOUND FOSSILS - LEI TROVO' FOSSILI - PARTE 1

Pubblicato grazie al crowfunding di Kickstarter nel 2017, "She found Fossils" è un libro per bambine/bambini da leggere in inglese o in spagnolo sulla storia passata, presente e futura delle donne nella Paleontologia (lo puoi comperare qui). 
La Paleontologia è lo studio degli animali e delle piante fossili e gli scienziati che gli studiano sono chiamati Paleontologi. Questa Scienza, partita 2 secoli fa, è stata da sempre portata avanti dagli uomini; le donne non sono mai state incoraggiate a perseguire questi studi, anche se molte donne l'hanno scelta come passione nella propria vita (ad esempio le famosissime M. Anning, o M. D. N. Leakey). 

Il libro "She found fossils" scritto dalle Paleontologhe Maria Eugenia Leone Gold e Abigael Rosemary West e illustrato da Amy J. Gardiner celebra le donne Paleontologhe di tutto il mondo. Si divide in 3 sezioni: le paleontologhe del passato, quelle presenti attualmente negli studi paleontologici in tutto il mondo e quelle che stanno studiando per diventarlo, le nuove future generazioni. 
Le autrici sperano che questo libro fornisca dei modelli di riferimento per i bambini di ogni genere ed etnia mostrando loro in quali modi si possa diventare Paleontologi, sebbene questo libro sia dedicato principalmente alle donne, alle ragazze ed alle bambine.

domenica 6 novembre 2016

STORIE DI MONDI SCOMPARSI

Raffaele Sardella paleontologo, insegnante e ricercatore del Dipartimento di Scienze della Terra alla Sapienza - Università di Roma, è convinto che viaggiare nel tempo si può. Come? Con la paleontologia, quella disciplina di stampo storico, che sta tra la biologia e la geologia e che riporta in vita antichi organismi ricostruendone l'aspetto, l'ambiente di vita e la loro storia evolutiva. 

I paleontologi infatti come "guide pellerossa" scorgendo molteplici segnali nelle rocce si portano indietro nel tempo profondo a risolvere i misteri dei fossili e le loro storie. 

Questo suo nuovo libro della collana "Farsi un'idea" edito dalle edizioni "Il Mulino" dal titolo "Storie di mondi scomparsi. I fossili raccontano: qualcuno è passato di qui", racconta dei molteplici  aspetti dello studio dei fossili, anche quelli più moderni e tecnologici, però considerando esclusivamente quelli dei siti scientifici del territorio italiano. 

Con attenzione e tante curiosità in un linguaggio chiaro e in brevi racconti l'autore descrive l'Italia come una terra di dinosauri...e non manca di dedicare qualche pagina al nostro dinosauro triestino.


Per ordinare il libro:

Il dott. R. Sardella è anche responsabile del laboratorio PaleoFactory del Dipartimento di Scienze della Terra alla Sapienza - Università di Roma

giovedì 19 maggio 2016

FOSSIL HUNTER LOTTIE - GIOCHI INTELLIGENTI PER FUTURE BAMBINE PALEONTOLOGHE

Lottie "Fossil Hunter" - foto di A. Stuper
Da bambina non giocavo con le bambole, come tutte le mie amiche. Ogni volta che provavo a giocare con loro e con i modelli di bambole, mi riferisco a Cicciobello e alla ben più celeberrima Barbie, mi annoiavo a morte; il cambio dei loro vestitini, il pianto registrato di Cicciobello o l'estenuante e ripetitivo gesto di pettinare i capelli platinati di Barbie mi facevano venir voglia di scappare. Osservavo per ore gli insetti nel giardino dei miei nonni, affascinata dalle forme e dai loro colori e d'estate preferivo andare a giocare con i miei cugini a palla e a biliardino. La passione per i fossili è arrivata quando un giorno, per caso, ho trovato una nummulite sul Carso triestino. Da quel giorno mi sarebbe piaciuto giocare alla Paleontologa, alla ricerca di fossili, con il mio martello e la mia lente. Non è stato possibile e comunque qualcuno mi avrebbe sicuramente fatto sorgere il pregiudizio che questo gioco non era adatto ad una bambina, ma soltanto ad un maschietto.

Non esistevano ancora dei giochi intelligenti per future bambine Paleontologhe...fino a poco tempo fa. Un anno fa, il 19 maggio 2015, giorno del compleanno della più famosa cacciatrice di fossili che esiste al mondo, Mary Anning, è stata messa in vendita la bambola Lottie, "Fossil Hunter", ovvero la Lottie Cacciatrice di Fossili.  Questo giocattolo per bambine è stato il frutto della collaborazione tra la società di giocattoli, Arklu, il gruppo internazionale no-profit TrowelBlazers che celebra le donne in Paleontologia, Geologia e Archeologia e dalla World Heritage Site Jurassic Coast.

Lottie è nata da un 'idea di una bambina di 7 anni, Olivia de Chesire, appassionata raccoglitrice di fossili, come la sua mamma e come la sua nonna.
Lottie è una bambola alternativa per bambine dai 3 agli 8 anni, che non ha rossetto nè eye-liner sul viso, non ha collane, anelli, cinture, tacchi alti, e a differenza della Barbie, tutta prosperosa e con gambe chilometriche, la Lottie "Fossil hunter" non è adulta, ha un corpo da ragazzina con proporzioni di una bambina di 9 anni. Ha in dotazione tutti gli strumenti di un vero Paleontologo ovvero, una lente di ingrandimento, il martello da Geologo e una cazzuola per scavare. Indossa una T-shirt con disegnata un'ammonite, dei bei pantaloncini color caki, un giubbetto, un berretto per protteggersi dal sole, degli stivali di gomma ed uno zaino per raccogliere le ammoniti.
Inoltre la scatola della bambola include anche un set di carte da collezione riguardanti la vita e le scoperte di Mary Anning che non potranno altro che ispirare le bambine. Come pure un foglio supplementare che elenca le donne che hanno contribuito alla ricerca in Paleontologia.

Che bambola paleo-fantastica!

Per regalare Lottie "Fossil Hunter" al link:

Per scaricare delle brevi biografie di donne che si sono distinte nella loro vita, al link:



 

lunedì 3 agosto 2015

SCOPERTO DENTE DI COCCODRILLO MARINO DI 120 MILIONI DI ANNI FA A TRAPANI - SICILIA

Era Siciliano l'ultimo Coccodrillo marino coevo dei dinosauri. Risale a 120 milioni di anni fa un dente scoperto nel trapanese ed apparteneva ad un Metriorhynchidae. 

Ricostruzione del coccodrillo marino - di Fabio Manucci
Ancora inglobato nella matrice, è stato rinvenuto durante alcuni lavori di sbancamento in una cava nei pressi di Calatafimi (Trapani) da Giacomo Sicali, attento ricercatore amatoriale naturalista. Notando che si trattava di qualcosa di particolare, Sicali ha immediatamente messo in sicurezza il fossile dall’azione distruttrice delle ruspe ed ha subito contattato Gianni Insacco, direttore scientifico del Museo Civico di Storia Naturale di Comiso, istituzione siciliana di grande valenza scientifica e culturale. 


Dopo un’attenta analisi e riconosciuta l'importanza del reperto, Gianni Insacco ha riunito un team di paleontologi e geologi per studiare approfonditamente il fossile.
Lo studio anatomico del dente, l’analisi micropaleontologica della matrice, il confronto con altri denti fossili, accurate foto al microscopio elettronico non ha lasciato dubbi alla classificazione del dente. Nonostante il fossile sia un dente di appena due centimetri di lunghezza, apparteneva ad un geosaurino, un animale appartenente ad gruppo di coccodrilli marini estinti appartenente ai Crocodylomorfi Metriorhynchidi, un gruppo di coccodrilli marini estinti vissuti nell’era Mesozoica tra il Giurassico inferiore e il Cretaceo inferiore (tra 190 e i 120 milioni di anni fa), lunghi fino a 8 metri, vissuti al tempo dei dinosauri.



Il risultato della ricerca è talmente significativo da essere pubblicato oggi nella rivista scientifica internazionale Cretaceous Research. ''Il dente rappresenta la testimonianza più recente dell'esistenza di questi predatori preistorici a livello mondiale e diffusi nell’antico mare della Tetide, un braccio di mare temperato caldo che separava il Nord Africa dall’Europa e dall’Asia) durante l’Aptiano, una delle ere geologiche del Cretacico inferiore (da circa 125-120 milioni di anni fa)", spiega il paleontologo Gianni Insacco e direttore scientifico del Museo di Comiso che ha riunito un team eterogeneo di paleontologi e geologi per studiare approfonditamente il fossile con lo scopo di stabilire l’età del fossile e la sua identità tassonomica. Le analisi e lo studio condotto dai paleontologi Alfio Chiarenza (Università di Catania), Davide Foffa (Università di Edimburgo), Mark Thomas Young (Università di Edimburgo e Southampton), Gianni Insacco (Museo di Storia Naturale di Comiso), Andrea Cau (Università di Bologna), Giorgio Carnevale (Università di Torino) e Rita Catanzariti (CNR di Pisa) è talmente significativo da essere stato pubblicato sulla rivista Cretaceous Research e tracciano l'identikit dell'enorme animale preistorico. 

Il Paleontologo G. Insacco con il dente di coccodrillo
"Si trattava di un esemplare adulto, che poteva raggiungere fino a 8 metri e specializzato a vivere in alto mare in un clima temperato caldo'', precisa Insacco. La struttura corporea idrodinamica e lo stile di vita pelagico del rettile marino ''ricorda quella dei moderni cetacei: oltre alle zampe corte trasformate in piccole pagaie, aveva anche una coda ben sviluppata che funzionava da propulsore e da timone. Il muso, simile a quello di un coccodrillo, mentre la sua bocca costituita da denti provvisti di carene denticolate, era specializzata nel catturare pesci e molluschi".

"La scoperta riveste un grande significato scientifico”, continua Insacco, "il dente rinvenuto apparteneva al più recente Metriorhynchide al mondo: se l’ultimo ritrovamento relativo a un Metriorhynchide, avvenuto in Francia, era datato 140 milioni di anni fa, il nostro ha un’età di 120 milioni di anni fa. Ciò avvalora la tesi a sostegno del fatto che questi esemplari sopravvissero più a lungo in Italia rispetto al resto del mondo, dove l’estinzione si verificò molto prima. Anche l’esemplare più antico appartenente al gruppo dei Crocodylomorfi Metriorhynchidi era stato ritrovato in Italia, nelle Prealpi venete, e risale a 160 milioni di anni fa".

Questa scoperta suggerisce che il territorio siciliano abbia un enorme potenziale paleontologico ancora del tutto inesplorato, vista anche la scoperta degli ittiosauri siciliani nel 2014. (vedi l'intervista al Paleontologo G. Insacco in questo post)

Chiarenza A.A., Foffa D., Young M.T., Insacco G., Cau A., Carnevale G., Ca-tanzariti R. 2015. The youngest record of metriorhynchid crocodylomorphs, with implications for the extinction of Thalattosuchia. Cretaceous Research. Volume 56, September–December 2015, Pages 608–616