mercoledì 20 agosto 2014

IMPRONTE E NIDI DI RETTILI ARCOSAURI IN VAL DOGNA - UDINE

Invidiamo a tutto il mondo giacimenti fossiliferi di estrema importanza che restituiscono alla scienza dinosauri, rettili volanti, rettili marini, impronte, nidi, uova. Come ho già ricordato in un precedente post, non sempre è necessario prenotare un aereo per raggiungere questi luoghi...

Sapevate che anche in Italia si sono ritrovati delle impronte e dei nidi di antichi rettili del Triassico?

Starete pensando che sono irraggiungibili perché posti in un luogo montano inaccessibile e poco adatti ad una escursione di famiglia con bambini. SBAGLIATO!

Sono stati scoperti una ventina di anni fa nella Val Dogna in provincia di Udine, Friuli Venezia Giulia, quindi per qualcuno vicini, forse per qualcun altro lontani, ma sempre in Italia! E comunque raggiungibili da chiunque abbia un po' di sana curiosità e appetito paleontologico.

Sono UNICI AL MONDO e appartengono a rettili di arcosauri.


Come ci si arriva?
Dopo aver raggiunto il paese di Dogna, percorrendo la Val Dogna, si raggiunge l'abitato di Chiout di Puppe. All'incirca dopo un chilometro, lungo la strada che porta a Sompdogna si scorge sulla destra della strada una sbarra rossa con una strada sterrata che porta al Torrente Dogna. Parcheggiata l'auto si scende e si arriva ad una piccola centrale idroelettrica. Da questa si risale il torrente per poche centinaia di metri; i nidi, che risaltano all'occhio quando sono illuminati da luce radente si trovano sul lato orografico destro.

ATTENZIONE il sito paleontologico non è segnalato da alcuna cartellonistica.

La scoperta come al solito venne fatta casualmente. Fu il corpo Forestale Regionale a segnalare nel lontano 1994 la probabile presenza di orme esposte su una superficie rocciosa di poco spessore. 
La lastra di dolomie grigie intercalate con marne scure, appartenenti alla Formazione rocciosa del Monticello, del Carnico superiore, Triassico poggiava sul versante destro della valle scavata dal torrente. Rischiavano di essere danneggiate e pertanto vennero asportate nel 1996. Il pezzo inferiore della pista di orme dopo 2 anni era già stata sepolta dai sedimenti delle piene, pertanto è rimasta in loco, ma non è visibile. 
A poca distanza dal ritrovamento delle impronte i paleontologi si accorsero di uno strato roccioso che presentava delle depressioni piuttosto grandi di forma circolare delimitate da un bordo rilevato. Queste strutture particolarissime dopo qualche anno sono state studiate ed interpretate come nidi fossili degli antenati oggi estinti degli attuali coccodrilli.


Appartenevano probabilmente agli autori delle orme fossili ritrovate poco distanti dallo strato con i nidi, a degli  arcosauri, forse al gruppo degli etosauri, rettili vegetariani del Triassico superiore di 220 milioni di anni fa. I nidi hanno un diametro di 1 - 1,5 metri ed una profondità che varia da 5 a 20 centimetri. Si distinguono dalla roccia in quanto hanno un bordo roccioso rialzato. Al loro interno non si sono ritrovati resti di uova.

Da mettere in preventivo per completare l'escursione, anche una visita al Museo del Territorio di Dogna, dove sono esposte nella sezione paleontologica le orme dell'arcosauro trovate nel greto del torrente Dogna. Si possono scorgere 2 piste e alcune orme sparse lasciate da più individui. Essendo simili tra loro è probabile che siano state impresse da individui dello stesso tipo di arcosauri. Erano quadrupedi, con un corpo abbastanza largo e si muovevano sollevando il ventre e la coda. Il movimento era simile a quello di una iguana attuale.
Messaggero Veneto - "Tra i nidi degli antichi coccodrilli della Val Dogna"

Per visitare il Museo del Territorio di Dogna:
Dal 15 luglio al 31 agosto 2014, ogni sabato e domenica dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00

Le persone interessate ad effettuare una visita potranno rivolgersi all'Ufficio di Informazione e Promozione Turistica del Comune di Dogna
Tel. 0428 93000 
Cell. 347 9061858

3 commenti:

  1. Si sono facile da vedere, ma mettete in conto, per poterle raggiungere, di dover guadare il torrente e quindi di entrare nell'acqua gelata profonda 30-40 cm. E soprattutto fate presto ! il lastrone con i nidi è lanbito dal torrente, come si vede anche nell'immagine. La prossima piena potrebbe distruggere tutto !

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  2. Seguendo il percorso indicato non è necessario guadare il torrente!

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  3. si peccato che i torrenti montani abbiano la brutta abitudine di mutare la posizione dell'alveo di magra all'interno del letto, anche al variare della portata. Io ho visto i nidi tre volte. . La prima volta senza bagnarmi, la seconda volta guadando, la terza, per non guadare, ho traversato una placca rocciosa liscia..e non è stato banale...Arrivargli da sopra è ancora peggio...

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