giovedì 29 agosto 2013

I DRONI PER LA SALVAGUARDIA DEL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO (E PALEONTOLOGICO)

Perù - Lima - Gli archeologi peruviani ormai si rivolgono a tecnologie sviluppate in ambito militare e di antiterrorismo negli Stati Uniti, allo scopo di proteggere i millenari siti archeologici da tombaroli, imprese costruttrici e minatori e di accelerare il loro lavoro di indagine.
Ma cosa sono i droni? Sono dei velivoli telecomandati caratterizzati dall'assenza del pilota a bordo. Il volo viene controllato da un computer fissato sul velivolo e da un navigatore sul terreno o dagli stessi piloti in volo in un altro aereo. Utilizzati per scopi militari, adesso se ne fa largo uso anche per le applicazioni civili, come la sicurezza territoriale, il telerilevamento, l'aereofotogrammetria, i monitoraggi ambientali e faunistici e perfino per il soccorso.

La distruzione di piramidi di 5000 anni fa vicino a Lima, il sequestro da parte degli agricoltori di terreni importanti per l'archeologia vicini alla città di Chan Chan, il danneggiamento delle rovine pre-inca di Yanamarca ad opera di minatori per ricavarne quarzo, ha portato il governo peruviano a decidere di acquistare i droni per salvaguardare e proteggere i siti di valore archeologico. Questa tecnologia in prima battuta può monitorare con successo questi luoghi, rendendo evidenti le eventuali minacce in corso e sviluppando un archivio digitale che possa eventualmente aiutare la ricostruzione quando ci siano dei danni. 

OctoCopter - foto tratta da www.makerbot.com
In secondo luogo i droni possono aiutare anche i ricercatori  nel mappare i siti archeologici in breve tempo. Gli archeologi si risparmierebbero quel lavoro lento ma importante di osservazioni del suolo con teodoliti, carta e penna. Questa tecnologia, inoltre, può produrre modelli tridimensionali dei siti archeologici in pochi giorni o settimane anzichè in mesi e anni. Si può pure fotografare a poca distanza dei reperti, alzarsi fino a 300 metri per fotografare il sito archeologico oppure salire anche fino a 3000 metri esplorando tutto l'intero territorio di pertinenza archeologica. Sembra che comunque ci siano alcuni svantaggi nel loro utilizzo in archeologia; per esempio le batterie troppo grandi e di breve durata o i problemi causati dall'altitudine. Per non parlare delle problematiche inerenti la privacy o le preoccupazioni sulla sicurezza. Difatti diversi stati hanno elaborato delle normative per limitarne l'utilizzo. Tuttavia i vantaggi superano di gran lunga i difetti riscontrati.
Spero sia solo una questione di tempo, scorgere nei siti archeologici e aggiungo paleontologici italiani dei novelli Indiana Jones a manovrare degli Archaeopteryx dronis per la salvaguardia, conservazione e la valorizzazione dei nostri beni culturali.

Fonte:
Per appassionati di droni che condividono informazioni e software open souce:

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