martedì 16 luglio 2013

INTERVISTA A FABIO FORTI - 3

Continua l'appassionante intervista a Fabio Forti. Questa volta ci insegna a misurare la dissoluzione delle rocce calcaree con il micrometro.


  • Da 34 anni conduce delle misure micrometriche sulle consumazioni delle diverse litologie carsiche. Di cosa si tratta, come vengono fatte tali misure e quali sono i risultati?
La mia vita di ricercatore di cose carsiche è stata tutta una serie di combinazioni. Eravamo nel 1970. Ero andato ad Obertraun in Austria, ai piedi del grande massiccio carsico del Dachstein, ad un convegno internazionale di terminologia carsica, dove rappresentavo il nostro paese. Nel corso delle varie sedute di lavoro, seduto vicino a me cera Juri Kunaver di Lubiana. Parlavamo in tedesco, lingua indispensabile perché tutta la letteratura carsica, di una certa qualità scientifica ed interesse è in tedesco. Mi aveva mostrato una pubblicazione in inglese. Avevano costruito uno strumento a lettura micrometrica per misurare la dissoluzione delle rocce. Mi fece omaggio della pubblicazione. Avevo trovavo interessante lo studio, ma ero sempre occupato in mille  altre faccende, oltre a quelle del mio lavoro presso la direzione dellItalcantieri. Passarono gli anni. Siamo nel 1979 e non avevo scordato quella pubblicazione, ma purtroppo lavevo persa. Un giorno parlando con altri colleghi speleologi, uno dei quali era un appassionato di strumentazioni meccaniche, gli raccontavo di aver visto rappresentato nella pubblicazione che avevo perduto, uno strumento fatto in un certo modo e dotato di micrometro, che si doveva appoggiare su 3 particolari chiodi in acciaio inossidabile, che andavano fissati alla roccia, mediante foratura e cementati. Si trattava di un sistema di auto centratura strumentale. Questo mio collega lo costruì puntualmente, reinventandolo.   

Micrometro
Su degli affioramenti rocciosi sul terreno esterno della Grotta Gigante abbiamo sistemato le prime stazioni.   Dopo un paio di anni di  misure abbiamo visto che le consumazioni annuali delle rocce calcaree per effetto delle piogge variavano da 0,01 a 0,04 mmTali differenze erano dovute alla struttura stessa delle rocce calcaree (sparitiche e micritiche).  Quindi tale diversità dissolutiva veniva per la prima volta nelle ricerche carsiche documentata, provata. Ovviamente non mi è bastato piazzare una sola stazione di misura, ho iniziato a metterle in tutto il Carso estendendole anche alle Alpi e Prealpi Giulie, Dolomiti, e così via. Speleologi e studiosi di carsismo, anche di altre parti dItalia mi hanno dato una mano, sistemando altre stazioni un  po dappertutto. Però la prima stazione al mondo con misure continuate per oltre trentanni è qui a Borgo Grotta Gigante. Anche perché gli studiosi inglesi dei quali avevo letto quella pubblicazione, avevano smesso dopo pochi anni. 

Il video con Fabio Forti mostra il sistema di centratura del micrometro sulla prima stazione di misurazione della dissoluzione dei calcari, denominata GG1, proprio dietro il Centro visite della Grotta Gigante.



Fulvio Forti, figlio di Fabio e guida alla Grotta Gigante ci spiega la storia trentennale di questa stazione di misurazione all'interno della stessa grotta. In questo caso i dati misurati verificano l'accrescimento delle stalagmiti.

  
  • So che la sua attività di ricercatore continua. Di che cosa si sta occupando in questo periodo?
Abitato di Contovello vicino a Prosecco. 
Stratificazioni calcaree verticali
Adesso devo fare una confessione ed una considerazione. Lavoro nel carsismo da 68 anni,  ho 86 anni ed ho la sfortuna di aver perso un occhio e laltro non ci vede bene. Quindi ho dovuto concentrare le mie ricerche su degli argomenti in cui il pensiero ed i ricordi di una lunga vita trascorsa sul Carso mi aiutano a continuare la mia attività di studioso di "cose carsiche". Anche ieri sono stato sul ciglione carsico nel tratto che va da Prosecco a Santa Croce. Sto considerando con molta attenzione delle variabili sulle inclinazioni della stratificazione proprio sul bordo del nostro altopiano prospiciente il mare. Per certi tratti  sono inclinazioni costanti attorno ai  45°, mentre in certe altre parti, queste arrivano alla verticalità, o addirittura fino ai 110°. Si tratta del risultato di un grandioso fenomeno di spinta da sovrascorrimento tettonico che è stato provocato da una orogenesi che nel nostro caso del Carso triestino, lo ha spostato in senso orizzontale di molti chilometri da NE verso SW (trend alpino). Tale fenomeno di sovrascorrimento è stato intuito dai geologi sloveni del Geoloski Zavod di Lubiana. 
In questo fenomeno di sovrascorrimento c’è qualche cosa che potrebbe riguardare una teoria che non è stata molto seguita, perché secondo i miei studi contrasta in pieno con la teoria della così detta  - Deriva dei Continenti o della Tettonica delle zolle - che penso, forse, dovrà essere ripresa e verificata in futuro. 
Seguendo invece la teoria delle catene doppie - centralidi ed esternidi - sostengo che la zona carsica sia stata condizionata dallo scorrimento causato da fuoriuscite magmatiche prodottesi da una grande frattura centrale avvenuta in corrispondenza di un bacino di geosinclinale che ha spostato lateralmente le rocce sedimentarie ivi presenti, creando così degli imponenti sovrascorrimenti di molti chilometri. Noi siamo al margine di questo fenomeno di sovrascorrimento, per cui le stratificazioni delle rocce sedimentarie calcaree, nel loro avanzamento verso SW, più che piegarsi al margine esterno del Carso triestino, si sono fratturate e talora sono state anche violentemente raddrizzate, verticalizzate e notate bene, in certi casi (Rupi di Prosecco e Falesie di Duino) anche senza fratturarsi. 
Mi rendo conto che ciò darà fastidio a molti esperti. Come già detto,  in questa zona si passa da tratti di pendenza stratigrafica da 45°a 90° poiché ci sono delle faglie di tipo trascorrente,  normali alla direzione della stratificazione dove chiaramente vi è un risultato di spinte differenziate che hanno dato luogo a questo importante e non considerato fenomeno.  Sto studiando queste cose perché ritengo sia importante lasciare questi miei ultimi lavori ai posteri. E poi è anche importante sottolineare che questo fenomeno interessa il carsismo e le grotte perché almeno in parte può  cambiare  tutta la questione della geologia e geomorfologia del Carso.
Risorgive del fiume Timavo nei pressi 
della Chiesa di S. Giovanni in Tuba
Altro argomento del quale mi sto occupando è quello relativo alle variazioni (in senso geologico) del livello del mare. E’ piuttosto strano che tutti gli studiosi considerino che lo zero del livello marino sia sempre identico a quello attuale, pur parlando di variazioni per cause esterne (glaciazioni). Ma non diciamo stupidaggini! Il mare ha oscillato da meno 3000 metri a più 300 metri nel corso di milioni di anni. Non l’ho detto io, ci sono ricerche scientifiche al riguardo. Tali grandi variazioni del livello del mare hanno portato a profonde mutazioni di qualsiasi tipo di morfologia, in particolare quella ipogea del Carso. La speleologia ne ha rilevato chiaramente alcune. Nel sistema di galleria di risorgiva del Fiume Timavo si sono ritrovate stalagmiti a 65 metri sotto il livello del mare. Attenzione, queste concrezioni calcitiche si formano soltanto nell’aria e non sott’acqua. E poi questa stalagmite si trova in mezzo ad una galleria fluviale completamente sommersa dall’acqua già da migliaia di anni.
Ecco questi sono gli studi che attualmente perseguo. E' necessario ricercare ancora quali sono le vere cause di queste sommersioni avvenute a livello globale nei mari del nostro pianeta. Certo, queste questioni le avevo già affrontate qualche anno fa, durante le ricerche nell'ambito del progetto "Timavo 2000". Ma è proprio adesso che ci ritorno, invero un po’ tardi, ma con una consapevolezza matura derivante da anni di studi e ricerche.


CONTINUA LA PROSSIMA SETTIMANA CON LA QUARTA PARTE DELL'INTERVISTA







1 commento:

  1. " E’ piuttosto strano che tutti gli studiosi considerino che lo zero del livello marino sia sempre identico a quello attuale, pur parlando di variazioni per cause esterne (glaciazioni). "
    stranissimo ? no falso. Tutti gli studiosi considerano che lo zero marino sia variato di circa 120 metri più e più volte negli ulitmi 2 milioni di anni, a cause delle fasi glaciali

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