lunedì 27 maggio 2013

VECCHI LIBRI DI AVVENTURE E NUOVE SCOPERTE SU MOSTRI MARINI DEL MESOZOICO: GLI ITTIOSAURI

Illustrazione di Édouard Riou per l'edizione del 1864
Poche cose esistenti al mondo affascinano talmente le nostri menti come i "mostri marini". Giá Jules Verne nel suo entusiasmante libro "Viaggio al centro della Terra" ci propone l'immagine spaventosa di un ittiosauro in lotta con un plesiosauro.
"Due soli mostri turbano a questo modo la superficie delle acque e io ho davanti a me due rettili degli oceani primigeni. Scorgo l'occhio iniettato di sangue dell'ittiosauro, grosso come una testa umana. La natura lo ha dotato di un apparato ottico di estrema potenza, capace di resistere alla tremenda pressione degli strati liquidi nelle cui profonditá dimora. È stato giustamente chiamato la balena dei sauriani, di cui ha la velocitá e la mole. Questo misura non meno di trenta metri e posso giudicare quanto sia alto allorchè rizza al di sopra dei flutti le pinne verticali della coda. Ha una mascella enorme che a detta dei naturalisti contiene non meno di centottantadue denti......" E poi continua con una descrizione ugualmente spaventosa del plesiosauro.
J. Verne, come i protagonisti di questo libro, il Prof. Otto Lindenbrock e suo nipote Alex, non avrebbero mai optato per una piacevole nuotata nel mare Mesozoico vicino al centro della Terra, consapevoli che quelle acque erano popolate da dei predatori eccezionali. Infatti per attraversare questo mare sotterraneo costruiscono una zattera con del legno ritrovato sulla spiaggia.
Proprio durante questi ultimi mesi si avvicendano notizie di recenti scoperte su questi fantastici rettili marini fossili. Un gruppo di ricercatori tedeschi e americani ha pubblicato sulla rivista " Proceedings of the National Academy of Sciences USA" la scoperta di un nuovo esemplare di ittiosauro battezzato Thalattoarchon saurophagis.  Risalente a 244 milioni di anni fa, questa nuova specie di ittiosauro rinvenuta nello stato del Nevada possedeva un enorme cranio dotato di possenti mascelle sulle quali erano infissi denti con le estremitá molto appuntite, come quelle di uno squalo, adatte a predare. Lungo più di 8 metri cacciava esseri viventi probabilmente simili alle sue dimensioni, forse i plesiosauri, come immagina J. Verne, dominando gli antichi oceani di tutto il mondo nel Mesozoico. La pubblicazione porta l'attenzione sul fatto che questo predatore popolasse gli antichi mari dopo solo 8 milioni di anni la grande estinzione di massa del Permiano avvenuta 252 milioni di anni fa. Ciò documenta  la rapida ascesa delle comunitá marine in un ambiente in cui dopo l'estinzione permiana c'era poca competizione e un ulteriore prova alla conquista rapidissima delle acque da parte dei rettili nell'era secondaria.

Scoperta ancora più recente e giá molto discussa è stata una nuova specie di ittiosauro rinvenuto in Kurdistan, Iraq, chiamato Melawania anachronus.
Questo nuovo mostro marino, studiato da un gruppo di ricercatori capeggiati dal geologo e paleontologo Valentin Fischer del ""Belgian Institute of Natural Sciences di Bruxelles", che hanno pubblicato la loro ricerca sul "Journal of Biology Letters", ha suscitato scalpore nel mondo accademico. Sulla base della datazione con spore e pollini presenti all'interno della lastra di roccia contenente il reperto, il gruppo di studio di Fischer ha datato il reperto al Cretacico inferiore, sconvolgendo così tutta la linea evolutiva degli ittiosauri. Questo piccolo ittiosauro di 3 metri, infatti, sembra essere sopravvissuto oltre il limite del Giurassico, fino al Cretacico inferiore. Tale novità ha cambiato l'albero della linea evolutiva degli ittiosauri, estendendolo fino raggiungere l'inizio del Cretacico. Non tutti hanno accolto con entusiasmo questa decisione. Michael Caldwell studioso di ittiosauri, della University of Alberta in Canada ha ricordato che la determinazione di una nuova specie in base all'analisi di un unico esemplare e per giunta anche mancante del cranio che è determinante per la tale definizione, deve stare quanto meno nella sfera delle ipotesi.
Ma la paleontologia fa proprio questo, tentare di delineare da pochi resti di organismi delle ipotesi, che poi potranno sempre essere riviste e cambiate quando altre evidenze e/o interpretazioni si aggiungono alle precedenti. Magari tra qualche anno si ritroveranno altri reperti relativi agli ittiosauri in Kurdistan, permettendo un'ulteriore reinterpretazione della loro evoluzione. 
Ritornando al libro di J. Verne, il Professore Lindenbrock alla richiesta insistente di suo nipote Axel che pensava di essere impazzito udendo all'interno della Terra il rumore del vento e lo sciabordio delle onde di questo mare antico, gli risponde "non ti spiegherò niente, poichè si tratta di un fenomeno inspiegabile; ma vedrai tu stesso e capirai che la scienza geologica (e aggiungo anche la paleontologia) non ha ancora detto la sua ultima parola".


Fröbischa, N. B.; Fröbischa, J. R.; Sanderb, P. M.; Schmitzc, L.; Rieppeld, O. (2013). "Macropredatory ichthyosaur from the Middle Triassic and the origin of modern trophic networks". Proceedings of the National Academy of Sciences. doi:10.1073/pnas.1216750110

Fischer, V.; Appleby, R. M.; Naish, D.; Liston, J.; Riding, J. B.; Brindley, S.; Godefroit, P. (2013). "A basal thunnosaurian from Iraq reveals disparate phylogenetic origins for Cretaceous ichthyosaurs". Biology Letters 9 (4): 20130021.


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