Decorre proprio oggi l’anniversario della nascita di Mary
Anning, avvenuta il 21 maggio 1799 nella sua città natale Lyme Regis, un
piccolo paese nella contea del Dorset in Inghilterra. Fu una pioniera della
paleontologia, disciplina scientifica che nel XIX secolo era ad esclusivo
appannaggio di uomini. In un periodo storico dove le donne venivano allevate
con un'educazione limitata alle faccende domestiche e alle arti, lei da autodidatta, divenne una paleontologa straordinaria, dando un contributo eccezionale alle scoperte
di rettili marini e non solo, anche alla
teoria dell'evoluzione. Fu una donna che rivoluzionò il modo di vedere le
imperscrutabili trame del tempo profondo.
Nata da una famiglia indigente, fu fin dalla tenera età
diversa da tutte le bambine di quell’epoca. Per arrotondare le magre finanze
della famiglia seguiva suo padre, falegname, a cercare fossili di animali
estinti sulle spiagge per poi rivenderli ai turisti che venivano in vacanza a
Lyme Regis. Entrò quindi in contatto con la paleontologia fin da piccola “si
trovavano pietre stranissime alle quali la gente del posto aveva attribuito
nomi suggestivi: pietre serpente,
artigli del diavolo, denti di
squalo, vertebrelle, ali di angeli e conchiglie di pietra”
trasformando la passione del padre in una sfida con sé stessa.
Questi reperti le suscitavano una quantità
interminabile di interrogativi “perché alcuni di questi animali e conchiglie pietrificati, che avevano come ambiente il mare, si trovavano seppelliti sotto strati di rocce
e perfino sulle cime delle nostre scogliere?
Come ci erano finiti lassù? Perché stavano dentro le rocce se le rocce
erano state create prima degli animali?" Domande alle quali lei non sapeva
rispondere perché non aveva studiato né anatomia né scienze.
Tuttavia con un raro intuito e con i testi scientifici dell'epoca forniti dalla sua più grande amica Elisabeth Philpot riuscì a diventare sempre più esperta e a darsi delle risposte, anche se poche. Continuando a coltivare questa passione, a soli 12 anni scoprì il mostro che la rese famosa, quella creatura che aveva sognato tante volte e che era stata la scoperta mai fatta di suo padre, il primo scheletro completo di ittiosauro.
lo chiamò il "coccodrillo" anche se non lo era, in
quanto non assomigliava ad alcun animale preistorico disegnato fino ad allora
“aveva un muso affusolato e lungo con una linea fitta di denti. E sopra c'era
un occhio. Era tondo e grosso, molto
grosso… stavo toccando un reperto che nessuno aveva mai sfiorato.
Sotto i miei occhi prendeva forma qualcosa
che forse nessuno aveva mai visto”.
Un'emozione che pochi hanno vissuto nella
loro vita.
Fu l'inizio della sua storia come paleontologa. Alla sua scoperta si interessò immediatamente
un signorotto, Lord Henry Hoste Henley, che lo acquistò da Mary. Per esibire la
sua ricchezza lo espose nella sua dimora fra tutti i rari oggetti della sua
collezione, ma mancando di sensibilità nel riconoscere un fossile di
eccezionale importanza scientifica, per
fare un affare, lo vendette a William Bullock, un collezionista di curiosità
esotiche che operava a Londra “lì il fossile venne rappezzato con il gesso per
raddrizzargli la coda”. Oltre allo scempio scientifico, Mary subì l’ingiustizia
di veder attribuire la paternità della scoperta dell'ittiosauro a Lord Henley.
Sala dedicata alle scoperte di M. Anning al N.H.M. di Londra |
Per fortuna dopo un po' di tempo il British Museum di Londra lo acquistò per
esporlo nelle sue sale, ma anche in questo caso a Mary non venne
riconosciuto il merito della scoperta di questo fossile mai rinvenuto prima.
Mary Anning non esisteva per nessuno. Con grande perseveranza e probabilmente
per necessità economiche continuò a seguire le orme del padre nel cacciare i
fossili. Infatti Mary rinvenne altri esemplari di ittiosauro che nel 1841 il
paleontologo inglese Richard Owen descrisse scientificamente come Ichthyosaurus
ovvero “lucertola di mare”. Nonostante le umiliazioni non si fermò e nel
dicembre 1823 ritrovò un esemplare fossile ottimamente conservato di
plesiosauro. La notizia di questa nuova e importante scoperta raggiunse tutto
il mondo scientifico, tanto che venne
chiesto a Mary di inviare il fossile a Londra con degli schizzi per una
presentazione ufficiale nella sede della Geological Society. Purtroppo l'attesa
soddisfazione per il suo lavoro in ambito paleontologico non arrivò neanche in
questo caso. L’eminente naturalista George Cuvier, analizzando i suoi disegni, disse che il
reperto del plesiosauro era un falso poiché,
a suo parere, “l'anatomia contraddiceva tutte le regole che egli stesso
aveva solidamente dimostrato”. G. Cuvier
sosteneva che il plesiosauro era una chimera cioè un mostro marino assemblato
da due specie fossili differenti, un
tronco di ittiosauro e la testa di un serpente di mare.
La reputazione di Mary
e l'amore per la ricerca dei fossili subirono un contraccolpo. Soltanto la sua tenace volontà la
risollevarono da questo momento drammatico. Si mise a studiare i cosiddetti
bezoari, delle curiose pietre
cilindriche o coniche, a volte anche a
spirale che si rinvenivano frequentemente in spiaggia e perfino talvolta tra le
ossa del bacino dei rettili marini. Con
l'amico William Buckland, eminente scienziato,
geologo e uomo di chiesa,
riconobbe che questi frammenti rocciosi erano feci fossilizzati, quelli che oggi conosciamo con il termine di
coproliti e finalmente venne nominata in un articolo. Si riappropriò della sua
credibilità nel mondo scientifico tradizionalmente maschile e da quel momento
in poi seguirono solo scoperte rivoluzionarie. Nel dicembre 1928 Mary portò
alla luce il primo pterodattilo inglese, poi un secondo esemplare
quasi intero di plesiosauro, ed infine nel 1929 rinvenne un esemplare di squalorazza ancora sconosciuto.
Negli anni successivi fece ancora numerosi ritrovamenti conquistando una
certa notorietà e si tenne aggiornata sulle più interessanti pubblicazioni
paleontologiche, fino alla sua morte
avvenuta il 9 marzo 1847 a causa di un tumore al seno.
Museo dedicato a Mary Anning a Lyme Regis |
Mary Anning ha avuto l'eccezionale intelligenza
di riconoscere l'importanza dei fossili marini di Lyme Regis, intelligenza che però
non fu sufficiente a permetterle di ambire ad un lavoro all'università, nei musei o ad un riconoscimento scientifico
in vita, come sarebbe accaduto a qualsiasi
collega maschio. Il suo nome comparve per la prima volta scritto in una
pubblicazione scientifica solo nel 1825 ad opera di George Cuvier, che lo inserì nella didascalia di un'immagine
di un plesiosauro. Ancora, il suo nome
sarebbe rimasto sconosciuto al grande pubblico se un giorno il famoso scrittore
inglese Charles Dickens non le avesse dedicato un articolo sulla rivista per
cui lavorava. Soltanto nel 2010, il suo nome arrivò ad essere conosciuto a
tutti, quando, al 350esimo anniversario della Royal Society di Londra venne scelta tra le 10 più influenti donne britanniche nella storia della scienza.
La sua incredibile avventura viene narrata in un libro per
ragazze e ragazzi, pubblicato a marzo 2019 da Editoriale Scienza, “La
cacciatrice di fossili. Mary Anning si
racconta”, scritto da Annalisa Strada ed illustrato da Daniela Tieni, facente
parte della serie di libri “Donne nella Scienza”, dedicati al racconto della
vita di donne che hanno dato un grande contributo in ambito scientifico. E' un
libro che può rappresentare molto bene le difficoltà di una donna intelligente
e rivoluzionaria ad affacciarsi in un campo scientifico dominato soltanto dagli
uomini, come tutt'oggi quello della paleontologia. E' caratterizzato da una
narrazione in prima persona e per questo è in grado di descrivere con efficacia
le emozioni della nostra protagonista discriminata per il suo talento. Ogni
capitolo è corredato da dei disegni onirici che riflettono non tanto la storia
ma quanto i desideri ed i sogni della protagonista. A conclusione della
narrazione l'autrice ha inserito degli approfondimenti scientifici e storici che
completano con minuziosi dettagli di cornice tutta la vicenda. E' un libro
dedicato sicuramente alle ragazze a fornire loro un modello di donna tenace,
autodeterminata e resiliente al quale ispirarsi, ma consigliato assolutamente
anche ai ragazzi allo scopo di comprendere l'altra metà del mondo.
Le frasi in corsivo sono tratte dal libro "La cacciatrice di fossili. Mary Anning si racconta" di Editoriale Scienza
Illustratore: Daniela Tieni
Collana: Donne nella scienza
Età: da 11 anni
Argomento: evoluzione, preistoria
Tipologia: storie di scienza
Pagine: 112
Formato cm: 143x196
Data pubblicazione: marzo 2019
ISBN: 9788873079361
CM: 71859G
Prezzo di listino: 12,90 €
SCHEDA LIBRO
Autore: Annalisa Strada Illustratore: Daniela Tieni
Collana: Donne nella scienza
Età: da 11 anni
Argomento: evoluzione, preistoria
Tipologia: storie di scienza
Pagine: 112
Formato cm: 143x196
Data pubblicazione: marzo 2019
ISBN: 9788873079361
CM: 71859G
Prezzo di listino: 12,90 €