domenica 28 settembre 2014

NUOVO ANCHILOSAURO SCOPERTO IN NEW MESSICO - AMERICA: ZIAPELTA SANJUANENSIS

Il cranio completo di Ziapelta sanjuanensis
Questo settembre 2014 ha in serbo ancora delle scoperte importanti per la Paleontologia. 
Dopo la notizia dello spinosauro acquatico e dell'adrosauro con un nasone dobbiamo accogliere nel noto gruppo degli anchilosauri una nuova specie trovata nel Nuovo Messico: 
Ziapelta sanjuanensis.

Proprio nel Campaniano, ovvero Cretacico superiore, periodo che corrisponde a circa 73 milioni di anni fa, questo dinosauro quadrupede ed erbivoro popolava le zone a Nord-ovest del Nuovo Messico
Rinvenuto nella Fomazione rocciosa sedimentaria del Kirtland e precisamente nel membro di De-na-zin vicino alla Contea di San Juan si differenzia da un'altra specie rinvenuta nella stessa zona per queste caratteristiche: era un dinosauro dall'aspetto corazzato con la parte posteriore del cranio ornata da grandi corna ricurve verso l'esterno ed il collo decorato con delle punte triangolari di osso.

I resti fossili sono stati scavati da un team di paleontologi del New Mexico Museum of Natural History and Science nel 2011. Gli scavi hanno restituito della nuova specie un cranio quasi completo, due punte dell'armatura del collo e altri frammenti che hanno permesso di identificarli come appartenenti ad una nuova specie di anchilosauro, distinta dall'altra specie Nodocephalosaurus rinvenuta negli stessi strati di roccia. 

Questa scoperta modifica quello che pensavano i paleontologi finora sull'evoluzione dei dinosauri in Nord America: sembra che questi grandi rettili vivessero in due province separate, quelli che popolavano la zona dell'Alberta e quelli della zona dello Utah e Messico. 

Significato del nome della nuova specie
Zia in onore all'antico simbolo religioso di un sole stilizzato del popolo Zia del New Messico
pelta  dal latino significa "piccolo scudo", in riferimento agli osteodermi, le piastre osse dell'armatura che si rinvengono su ogni anchilosauro
sanjuanensis in riferimento alla Contea di San Juan dove l'anchilosauro è stato scoperto

Fonte:
Arbour VM, Burns ME, Sullivan RM, Lucas SG, Cantrell AK, et al. (2014) A New Ankylosaurid Dinosaur from the Upper Cretaceous (Kirtlandian) of New Mexico with Implications for Ankylosaurid Diversity in the Upper Cretaceous of Western North America. PLoS ONE 9(9): e108804. doi:10.1371/journal.pone.0108804

mercoledì 24 settembre 2014

SCOPERTO NUOVO ADROSAURO AMERICANO CON CRESTA CARNOSA: RHINOREX CONDRUPUS

Cranio e ricostruzione del Rhinorex condrupus 
E' stata scoperta una nuova specie di adrosauro nello Utah centrale in America, un lontano cugino del dinosauro Antonio. 
L'hanno chiamato Rhinorex condrupus in virtù di una sua caratteristica veramente peculiare: una cresta carnosa posizionata sopra il suo muso (Foto a fianco - cranio e ricostruzione - Image credit: Terry A. Gates / Rodney Scheetz).

L'articolo pubblicato sulla rivista Journal of Systematic Palaeontology dai paleontologi della North Carolina State University e della Brigham Young University è stato scoperto negli anni '90, quindi addirittura nell'altro secolo, nella Formazione rocciosa sedimentaria di Neslen nello Utah

Studiato in principio per le rare e ben conservate tracce fossili della pelle, dopo un po' di tempo dissepellendo il cranio dalla matrice, i ricercatori si sono accorti di una strana protuberanza carnosa, come un enorme naso mai osservato prima in altri adrosauri rinvenuti nella stessa formazione rocciosa. Vista l'eccezionalità di questa caratteristica hanno istituito una nuova specie di adrosauro del Cretacico superiore risalente all'incirca a 75 milioni di anni fa, andando a riempire un'altro ramo evolutivo della famiglia Hadrosauridae.

Il Rhinorex era lungo all'incirca 9 m e si stima pesasse 4 tonnellate, viveva in un ambiente costiero paludoso ed era erbivoro, come tutti gli adrosauri del Cretacico. Questo grande naso veniva utilizzato probabilmente per richiamare gli esemplari della sua specie o per spezzare i vegetali durante i pasti.

Significato del nome della specie
rhino dal greco "naso"
rex dal latino "re"
condo dal latino "seppellito"
rupes dal latino "rocce"
quindi Rinorex condrupus, significa il re dei dinosauri con naso seppellito nelle rocce 

Fonte:
Terry A. Gates & Rodney Scheetz. A new saurolophine hadrosaurid (Dinosauria: Ornithopoda) from the Campanian of Utah, North America. Journal of Systematic Palaeontology, published online September 17, 2014; doi: 10.1080/14772019.2014.950614

domenica 21 settembre 2014

IL MOSASAURO FINITO NEL GUINNESS DEI PRIMATI

La Canadian Fossil Discovery Centre di Morden, Manitoba, da sempre ospita la più grande collezione di fossili di rettili marini rinvenuti in Canada. Ma da qualche giorno è nel libro dei Guinness dei Primati per avere in mostra il più grande fossile di mosasauro di tutto il mondo.

 



Il Direttore esecutivo del C.F.D.C. Peter Cantelon, dopo aver svolto la ricerca paleontologica che ha portato alla classificazione del mosasauro appartenente alla specie Tylosaurus pembinenesis ha pensato che sarebbe stata una buona idea iscrivere il fossile al Guinness World Records.
Ora al C.F.D.C. l'entusiasmo è a mille. Questo mosasauro è il reperto fossile più lungo tra tutti i mosasauri rinvenuti al mondo. 

Lo chiamano affettuosamente "Bruce", ha una lunghezza di poco più di 13 m ed è completo al 70%. E' stato scoperto a nord di Thornill nel 1974 e ci sono voluti quasi due stagioni complete di scavi per estrarre le ossa dal luogo del ritrovamento. 



mercoledì 17 settembre 2014

SCOPERTE UOVA DI SQUALO FOSSILI NELLO YORSHIRE

Uovo di squalo - Credit: Manchester University
Squali, paludi e una foresta pluviale tropicale brulicante di vita... non è quello che viene in mente quando si pensa all'antica contea dello Yorkshire in Inghilterra. Ma proprio in questa zona esattamente a Doncaster, per la prima volta è stato rinvenuto un uovo fossile di squalo assieme ad alcune piante fossili ed i relativi bacelli con semi, bivalvi, pesci, coproliti, granchi ed altre creature in noduli sideritici e scisti.
La zona vocata da sempre all'estrazione del carbone ha restituito alla Paleontologia un altro importante giacimento di fossili del Carbonifero inferiore, risalente a 310 milioni di anni fa, localizzato in una miniera abbandonata da tempo.

 
Uovo di squalo attuale - Wiki
È rarissimo ritrovare un uovo di fossile di squalo, ma questa volta è accaduto. Gli embrioni degli squali che depongono le uova, cioè gli squali ovipari, vengono protetti in natura da un contenitore morbido che viene chiamato "borsellino delle sirene" che quasi mai si fossilizza.

Dalle foto del post si osserva sopra il resto dell'uovo fossile, qui accanto un uovo di squalo attuale.

La scoperta è stata pubblicata su Geological Journal da un team di paleontologi inglesi. Questi fossili del Carbonifero inferiore aprono un ulteriore finestra nelle oscure profondità del tempo, quando le terre emerse erano abitate da insetti di dimensioni enormi, che i ricercatori sperano di scoprire in futuro con altre campagne di scavo. Questo è l'unico punto dove si possa ancora scavare, dato che gli altri affioramenti sono ormai diventati dei parchi.
Uno degli autori ha la speranza che tutti i fossili rinvenuti in passato dai minatori di carbone vengano restituiti alla scienza per essere studiati e mostrati a tutti. 
 
Fonte:
Dean R. Lomax, Peter Robinson, Christopher J. Cleal, Alistair Bowden, Nigel R. Larkin 
Exceptional preservation of Upper Carboniferous (lower Westphalian) fossils from Edlington, Doncaster, South Yorkshire, UK.  Geological Journal, 2014..; DOI: 10.1002 / gj.2602

giovedì 11 settembre 2014

NUOVI ORARI INVERNALI 2014 - 2015 DEL SITO PALEONTOLOGICO DEL DINOSAURO ANTONIO

Ricostruzione artistica del dinosauro Antonio - Tullio Perentin

Ecco i nuovi orari di apertura del sito paleontologico del dinosauro Antonio di Villaggio del Pescatore, Trieste , validi per il 2014 - 2015.

Le guide della Cooperativa Gemina saranno presenti in loco nelle giornate e negli orari stabiliti qui sotto, ma è possibile anche prenotare delle visite infrasettimanali per le scuole e gruppi turistici da 8 persone in poi.





Settembre 2014
Sabato 14.00 - 18.00
Domenica 10.00 - 13.00 / 14.00 - 18.00

Ottobre, novembre, dicembre 2014
Domenica 10.00 - 17.00

Gennaio, febbraio 2015
Chiuso

Marzo 2015
Domenica 10.00 - 17.00

Aprile, maggio, giugno 2015
Sabato 14.00 - 18.00 

Domenica 10.00 - 13.00 / 14.00 - 18.00

giovedì 4 settembre 2014

EVOLUTIONARY EDITION: L' EVOLUZIONE DELL' "ORIGINE DELLE SPECIE" DI DARWIN

Da pochi giorni spicca sulla mia scrivania un libro insolito, prezioso per chi come me è appassionato di scienze ed è un convinto sostenitore dell'evoluzione. E' arrivato il giorno del mio 46esimo compleanno, in un pacchetto sobrio senza fronzoli, dato il suo contenuto così...rivoluzionario. L'artefice di questa sorpresa è stato mio marito che con un colpo dritto al cuore ha saputo sorprendermi ancora dopo 29 anni insieme :-)))

È una copia del libro di Charles Darwin "L'origine delle specie", una copia molto speciale, la EVOLUTIONARY EDITION di Simon Phillipson. 
Durante la sua vita il padre dell'evoluzione ha pubblicato 6 edizioni di questo libro e ogni volta ha modificato, revisionato, integrato o cancellato alcune parti. Difatti per esempio, il titolo del libro in origine era intitolato "Sull'origine delle specie per mezzo della selezione naturale o la preservazione della razze favorite nella lotta per la vita" mentre nella sesta edizione è stato ridotto a "L'origine delle specie". 
Ora grazie ad un'idea rivoluzionaria del graphic designer S. Phillipson in questa edizione del libro sull'evoluzione si possono scorgere tutti cambiamenti linguistici di Charles Darwin introdotti dal 1859, anno della pubblicazione della prima edizione, fino alla sesta edizione pubblicata nel 1872.  


Potremmo definirlo l'EVOLUZIONE DEL LIBRO SULL'EVOLUZIONE.  


Ha 964 pagine. Quelle a sinistra contengono in color bronzo matallico tutte le parole, le frasi o i paragrafi modificati, rimossi o aggiunti dall'opera iniziale del 1859 fino alla quinta edizione.  Mentre quelle a destra mostrano il testo integrale dell'ultima e sesta versione del 1872 con delle parole evidenziate sempre dello stesso colore bronzeo corrispondenti al testo di sinistra. 
Con una attenta lettura si scorge l'evoluzione del pensiero di C. Darwin nel corso di 13 anni. Sottoposto a pressione da parte degli insistenti attacchi della religione si intravvede dai cambiamenti di tipo grammaticale o ortografico la figura di un uomo tormentato e in preda al dubbio.

Questo concetto nuovo ed originale di presentare uno dei testi scientifici fondamentali per gli esperti è stato possibile grazie ad un crowfunding promosso nell'estate del 2013 sul sito web kickstarer.com. L'idea geniale è partita proprio dal designer grafico S. Phillipson. La sua proposta ha raccolto in poco tempo 6 volte la cifra di base richiesta grazie al finanziamento di 780 sostenitori...tra cui mio marito, che a mia insaputa ha nascosto il libro in casa fino a farmi spuntare una lacrimuccia il giorno del mio compleanno. GRAZIE!

lunedì 1 settembre 2014

VECCHI LIBRI CON VECCHIE INTERPRETAZIONI: IL CASO DEL BRACHIOSAURO

Lo spunto per questo breve post mi è venuto sfogliando con mio figlio un vecchissimo libro sugli animali preistorici. Faceva parte della collana per bambini "Conoscere gli animali" e si intitolava "Animali preistorici" della Casa Editrice Malipiero - 1973.

Guardate la foto accanto, questo brachiosauro veniva rappresentato come un dinosauro acquatico, con quella sua massa enorme camminava appoggiando le zampe sui fondali marini allungando il collo al di fuori della superficie marina come fosse un periscopio.

La didascalia dice "Il brachiosauro, per il suo peso enorme, non poteva vivere sulla terraferma. Rimaneva perciò quasi sempre immerso nell'acqua fino al collo, nutrendosi essenzialmente di piante acquatiche e avventurandosi sulla riva solo per deporre le uova".

Che vitaccia, povero brachiosauro!





Ovviamente la rappresentazione del modo di vivere del brachiosauro nel mio vecchio libro ormai è superata. Questi enormi sauropodi ormai estinti sono considerati dei dinosauri terrestri erbivori vissuti durante il tardo Giurassico.

Ma l'immagine del vecchio libro traeva spunto dalla teoria dei "dinosauri nuotatori" formulata dal paleontologo Roland T. Bird nel 1944. Questo paleontologo, verso la fine degli anni '40 del XX secolo era andato a studiare delle impronte di sauropodi, intorno al fiume Paluxy nella Formazione Glen Rose nel Texas. Nell'articolo pubblicato nel 1944 sulla rivista Natural Hystory ipotizzò che quelle tracce fossili fossero costituite unicamente da impronte riferite alle zampe anteriori di un sauropode poiché quelle posteriori erano completamente assenti. Sostenne che il sauropode che aveva tracciato quelle impronte non poteva sostenere il suo peso sulla terraferma, quindi concluse che la sua vita fosse quasi completamente acquatica. 
Da tale suggerimento in seguito per molto tempo si pensò che tutti i sauropodi nuotassero appoggiando sul fondale marino soltanto le zampe anteriori facendo galleggiare quelle posteriori. In pratica utilizzavano la coda per equilibrare l'ingente peso del loro corpo, pertanto le tracce degli arti posteriori galleggianti risultavano inesistenti.

Soltanto recentemente poi negli anni '90 alcuni paleontologi confutarono questa ipotesi dimostrando che le impronte analizzate da R.T. Bird erano in realtà delle sub-impronte. Le impronte studiate non erano delle impronte complete, bensì delle sub-impronte, ovvero quello che rimaneva delle tracce negli strati rocciosi più profondi poichè la parte più superficiale era stata sottoposta ad erosione.

Questo concetto infine venne messo in dubbio anche quando uno studio dimostrò che, se l'animale si fosse immerso per diversi metri in acqua la pressione avrebbe compresso i polmoni e le vie aeree fino al collasso.

Le continue ricerche paleontologiche quindi su come vivessero questi grandi rettili hanno affossato la teoria dei "dinosauri nuotatori" portando il Brachiosaurus ad essere uno dei più enormi giganti terrestri dal collo lungo mai vissuti nel passato.

R. T. Bird, 1944 "Did Brontosaurus ever walk on land?" - Natural History, New York, v. 53, p. 61-67
M. G. Lockley & A. Rice, 1990 "Did "Brontosaurus" ever swim out to sea? Evidence from brontosaur and other dinosaur footprints" Ichnos, 1: 81-90.